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CREDO LA VITA ETERNA
– Udienza Generale dell’11 dicembre 2013 –
Un’ulteriore suggestione ci viene offerta dal Vangelo di Giovanni, dove si afferma esplicitamente che «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nell’unigenito Figlio di Dio». Questo significa allora che quel giudizio finale è già in atto, incominicia adesso nel corso della nostra esistenza. Tale giudizio è pronunciato in ogni istante della vita, come riscontro della nostra accoglienza con fede della salvezza presente ed operante in Cristo, oppure della nostra incredulità, con la conseguente chiusura in noi stessi. Ma se noi ci chiudiamo all’amore di Gesù, siamo noi stessi che ci condanniamo. La salvezza è apririsi a Gesù, e Lui ci salva; se siamo peccatori – e lo siamo tutti – Gli chiediamo perdono e se andiamo a Lui con la voglia di essere buoni, il Signore ci perdona. Ma per questo dobbiamo aprirci all’amore di Gesù, che è più forte di tutte le altre cose. L’amore di Gesù è grande, l’amore di Gesù è misericordioso, l’amore di Gesù perdona; ma tu devi aprirti e aprirsi significa pentirsi, accusarsi delle cose che non sono buone e che abbiamo fatto. Il Signore Gesù si è donato e continua a donarsi a noi, per ricolmarci di tutta la misericordia e la grazia del Padre. Siamo noi quindi che possiamo diventare in un certo senso giudici di noi stessi, autocondannandoci all’esclusione dalla comunione con Dio e con i fratelli. Non stanchiamoci, pertanto, di vigilare sui nostri pensieri e sui nostri atteggiamenti, per pregustare fin da ora il calore e lo splendore del volto di Dio – e ciò sarà bellissimo – che nella vita eterna contempleremo in tutta la sua pienezza.
Avanti, pensando a questo giudizio che comincia adesso, è già cominciato.
Avanti, facendo in modo che il nostro cuore si apra a Gesù e alla sua salvezza;
avanti senza paura, perché l’amore di Gesù è più grande e se noi chiediamo perdono dei nostri peccati Lui ci perdona.
È così Gesù.
Avanti allora con questa certezza, che ci porterà alla gloria del cielo!
La prima motivazione per evangelizzare
è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto,
l’esperienza di essere salvati da Lui
che ci spinge ad amarlo sempre di più.
Però, che amore è quello che non sente la necessità
di parlare della persona amata,
di presentarla, di farla conoscere?
Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo,
abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera
per chiedere a Lui che torni ad affascinarci.
Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno,
di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo
e scuota la nostra vita tiepida e superficiale.
Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto,
lasciando che Lui ci contempli,
riconosciamo questo sguardo d’amore.
Che dolce è stare davanti a un crocifisso,
o in ginocchio davanti al Santissimo,
e semplicemente essere davanti ai suoi occhi!
Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza
e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!
Dunque, ciò che succede è che, in definitiva,
«quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annuncia-mo».
La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo
è contemplarlo con amore,
è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore.
Se lo accostiamo in questo modo,
la sua bellezza ci stupisce,
torna ogni volta ad affascinarci.
Papa Francesco