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Cari amici,
il Foglio arriva nelle vostre case nei giorni che precedono immediatamente il Natale. Porti a voi tutti il nostro saluto, i nostri auguri, la nostra preghiera.
Sono giorni di preoccupazione: la crisi economica, la perdita o la mancanza del lavoro, il futuro incerto dei giovani.
Poi, per ogni famiglia, tanti altri motivi di ”pensieri” legati alla malattia, agli anziani, ai figli più giovani, alla loro educazione… Il rischio è la perdita della speranza, la tentazione della sfiducia e della resa, che l’angoscia di questi tempi di crisi, della precarietà del lavoro e dell’incertezza del futuro, potrebbe insinuare nei nostri cuori. (Mons. Bruno Forte)
Ci incoraggiano le parole del nostro Vescovo:
È la speranza, dunque, ciò di cui abbiamo oggi più bisogno per affrontare le sfide del nostro tempo; non di una speranza qualunque, ma di quella che viene dall’Alto e che è puro dono da desiderare e invocare. Allora il cuore si nutre di amore e dimora nella pace: è così che diventa capace di amare, di avvicinarsi ai piccoli e ai poveri, a coloro che, privi di cose e d’attenzione, vivono invisibili in un mondo di apparenza e di forza.
(Card. Angelo Bagnasco).
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Nel cammino di Avvento abbiamo incontrato, seguendo lo svolgersi della Liturgia, alcune parole-chiave che descrivono atteggiamenti importanti per i singoli e per una comunità che voglia essere ancora CASA DI DIO TRA LE CASE DEGLI UOMINI.
La preghiera, quel canale sotterraneo che irriga parole, gesti, decisioni;
La conversione, quel saper riconoscere di essere andati fuori strada rispetto al vangelo e osare ricominciare sempre, facendo di tutto perché tutta la nostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo (S.Paolo);
La gioia, quello stare sempre lieti, pregare ininterrottamente, in ogni cosa rendere grazie che non è frutto di ingenuità, ma di fiducia nel Signore: Degno di fede è colui che vi chiama;
L’Eccomi, quel Sì che Maria di Nazaret risponde all’annuncio dell’angelo: il sì della fede che si porta dietro un’infinità di Sì a Dio e agli altri.
Facciamoci questo regalo!
* Una comunità di gente che trova il tempo per STARE con il Signore, magari davanti al tabernacolo in silenzio;
* Una comunità di gente che non si arrende al peccato comunque si manifesti, che si tira su le maniche per cambiare;
* Una comunità di gente dal volto lieto, che vuol dire accogliente, aperto.
Facciamoci il regalo di superare ruggini, incomprensioni, durezze, chiusure che feriscono il corpo della chiesa;
* Una comunità di gente che a Dio e agli altri (nella famiglia, nella parrocchia, nella società) dice: ci sono, puoi contare su di me, quello che so e posso fare lo faccio, non delego, non mi nascondo.
Natale non è forse la festa di un Dio che dice all’uomo IO SONO CON TE?
Buon natale!
don Claudio e don Mimmo